La carriera di novelliere di Giovanni Verga cominciò quasi per caso nel 1874 quando, pressato dalle difficoltà economiche e sollecitato dall'editore Emilio Treves, diede alle stampe Nedda, un testo chiave nell'evoluzione della narrativa verghiana che, come scrisse Luigi Capuana, aprì «un nuovo filone nella miniera quasi intatta del romanzo italiano».
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Non è infatti solo la straordinaria produzione breve del Verga a trarre inizio da questo racconto, ma la sua intera stagione verista. Come un graduale processo d'avvicinamento ai Malavoglia e al Mastro don Gesualdo, dunque, le novelle di Verga acquistano un ulteriore valore e si rivelano, con i loro esperimenti narrativi e stilistici, il più genuino laboratorio creativo del grande scrittore. Introduzione di Carla Riccardi.
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