Un senso di euforia e di pienezza vitale pervade l'universo di Jeff Koons, popolato di opere che immortalano il fascino dei beni di consumo di massa.
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L'uso di materiali specchianti amplifica l'attrattiva quasi erotica che si sprigiona da questi banali oggetti, e li rende voluttuosi come sirene che seducono lo spettatore invitandolo a partecipare alla stessa idea di successo di cui si fanno messaggeri. Brillante e maniacale come le sue sculture, Koons racconta se stesso e la sua opera in queste conversazioni condotte tra il 2018 e il 2021 da Massimiliano Gioni, che con acume critico sollecita l'artista a ripercorrere le sue tappe più importanti, dall'infanzia in Pennsylvania all'incontro con Duchamp, dai viaggi in Italia alla ricerca dei migliori ceramisti alle recenti commissioni a Parigi e in Qatar. Viene così messa a nudo la filosofia di cui si nutre una pratica artistica che combina tradizione d'avanguardia e un atteggiamento di apertura e di accettazione. Apertura verso un tipo di eccentricità tipicamente americana e accettazione della propria storia, del proprio gusto, dei propri desideri, anche. La libertà di Koons rispetto a ogni divisione fra cultura alta e bassa gli permette di attingere con la stessa naturalezza dai negozi di elettrodomestici o dall'arte rinascimentale italiana, con la quale da sempre intrattiene un dialogo da pari a pari. Una liberazione totale.
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