La struttura plurimodulare che accosta al procedimento ordinario i procedimenti speciali riserva a questi ultimi un ruolo strategico di tenuta del sistema e una funzione di fondamentale rilievo nell’ambito della giustizia penale. Il loro assetto, in costante evoluzione, risente del combinato apporto normativo-giurisprudenziale, suscitando numerosi problemi di carattere teorico e pratico.
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Oltre alle riforme di sistema – “Carotti” (l. 16 dicembre 1999, n. 479), “Orlando” (l. 23 giugno 2017, n. 103), “Cartabia” (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150) – che hanno inciso anche sulla disciplina dei procedimenti speciali, si registrano molti interventi legislativi settoriali volti a ritoccare, in vario modo, il profilo dei modelli alternativi. Sulle dinamiche processuali differenziate la componente giurisprudenziale è sempre stata particolarmente significativa, a conferma delle forti tensioni interpretative generate, soprattutto, dalle questioni sorte riguardo ai riti alternativi al dibattimento: in materia, alle numerose decisioni delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione si aggiungono incisive pronunce della Corte costituzionale.