Il panorama delineato dagli studi qui raccolti descrive la profonda diversità della ricezione della teoria della volontà di Giovanni Duns Scoto fra i teologi francescani dei primi decenni del XIV secolo.
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I dubbi sull’attribuzione delle Collationes scotiane; l’imprevista vicinanza di Pietro Aureolo a Duns Scoto; la fedeltà di Francesco di Meyronnes al pensiero del maestro; l’influenza di Enrico di Gand su Guglielmo di Alnwick e poi, indirettamente, su Pietro d’Aquila; il particolare atteggiamento di Enrico del Carretto sul rapporto fra volontarismo e proprietà; gli elementi fortemente innovativi introdotti da Francesco della Marchia e poi ripresi da Giovanni di Ripa: queste sono le tessere che contribuiscono alla ricomposizione del complesso mosaico della speculazione minorita sul tema della libertà negli anni successivi alla morte del filosofo scozzese.